Con sicurezza, intrecciano le loro storie con la città. Seguono sentieri sconosciuti, percorsi di alberi e pali, sederi e automobili, gatti e spazzatura. Messaggi in codice negli spruzzi di piscio, telegrammi odorosi, lunghe lettere d’amore all’angolo di strada. Una Divina Commedia pelosa e sbavante scritta sui muri.
Camminano sicuri, come se la loro destinazione fosse scritta a fuoco nel loro spirito; li fermi, ti controllano, e con un’occhiata ti inquadrano senza giudicarti. Se meriti, puoi anche grattarli in testa.
Ma mai troppo: devono riprendere la strada, hanno un appuntamento importante. Forse una cagnetta al chiaro di luna, un pollo arrosto dimenticato sul balcone, o quell’albero laggiù.
Vado, eh? Io vado. Ci annusiamo dopo, devo proprio andare. Prima però controllo quell’aiuola lì.