“Non trovi anche tu che Tommy abbia perso qualche chilo? Guarda che bel culetto sodo che gli è venuto!”

Lo sguardo di Sammy si posa istintivamente sul fondoschiena del collega, mentre sorseggia lentamente la tazza di caffè. Chiacchiere da macchinetta, si direbbe; scuote le spalle, e rivolta a Tamara sussurra,

“Se ti sentissero, sarebbero molestie, lo sai vero?”

Tamara per tutta risposta fa una risatina e la rimbrotta.

“Si, ma l’hai guardato bene anche tu”

“Ma non si dice” e con rammarico stacca gli occhi dal bel vedere.

È una giornata normale; il suo turno inizia in quindici minuti, ha già fatto login alla sua postazione e il caffè la aiuterà a restare sveglia per i primi minuti almeno. Odia cominciare alle sei del mattino; uno a quell’ora si ricorda a stento il proprio nome, figurarsi le procedure di risoluzione problemi. Ma la pagano, e questo rende tutto più appetibile.

La sedia è ergonomica, la postazione comoda, il tutto abbastanza confortevole se si deve considerare che ci si passano otto ore della propria vita, cinque giorni su sette. Sammy si mette in stato disponibile e attende che le arrivi magari una mail. A quest’ora ci sono solo messaggi asincroni dei nottambuli.

Ma le squilla invece il telefono. Non era pronta; cerca concitatamente le cuffie, le inforca circa quasi accecandosi con il microfono, evita di strangolarsi con il cavo e risponde dopo aver schiarito la voce. Dai pochi colleghi attorno sente altri squilli, ma si concentra sul suo caso.

“Salve sono Sammy del supporto Roomba, come posso aiutarti?”

Dall’altra parte una voce maschile in affanno. Istantaneamente pensa al maniaco di turno.

“Un demone! Ha evocato un demone! Dovete dirmi come lo tolgo!”

“Prego, con chi ho il piacere di parlare?”

Sembra che il suo interlocutore non abbia intenzione di passarle le sue generalità. Il suo computer riconosce il telefono, e le mostra i dati di un cliente di vecchia data, che a sistema ha registrato un DR315, modello di due anni fa.

“Mi ascolti la prego! Adesso è nella cantina e sta bevendo il mio vino!”

“Mi spiace, questo è un servizio tecnico di assistenza, non psicologico. Se necessita di aiuto per la dipendenza del suo amico, le posso consigliare un numero verde per questi casi…”

“Lei non capisce! È un demone, corna, coda, zampe caprine, l’ha fatto arrivare il vostro coso, stanotte!”

“Se è uno scherzo, non sono autorizzata a continuare questa conversazione. Buona giornata”.

“No spetti! Mi deve” ma Sammy ha già premuto la chiusura.

Buontemponi di mattina presto, pensa. Chiude annotando il contatto come chiamata scherzo, sente i colleghi in chiamata nel brusio generale, ma non riesce a cogliere pezzi di conversazione. Pazienza, beve un sorso di caffè, e si rimette in stato disponibile.

Entra subito un’altra chiamata.

“Salve sono Sammy del supporto Roomba, come posso aiutarti?”

Una voce femminile parla quasi sottovoce.

“Mi ascolti. Sono chiusa nel ripostiglio, qui forse non mi sentirà. Il mio Roomba ha evocato credo un demonio”.

Sammy controlla bene. E’ un cliente diverso da prima, scheda e tutto. Si saranno messi d’accordo per fare un attacco phone bombing, tipo flash mob?

“Con chi ho il piacere di parlare?”

“Mi chiamo Rosa Pruner. La prego, so che sembra assurdo, ma mi ascolti.”

“Mi dica cos’è successo nel dettaglio” prova a stare al gioco Sammy. Magari riesce a raccogliere più dati per portare il fatto all’attenzione dei suoi superiori. Rosa tuttavia sembra essere più calma e razionale del suo precedente interlocutore.

“Vede, stamattina ho trovato che il vostro aspirapolvere aveva intercettato una cacca del mio cane in soggiorno. Succede spesso, non è un problema. Ma il fatto è che con quella aveva tracciato un cerchio intersecato con un triangolo, e dei simboli in un alfabeto sconosciuto attorno. E in mezzo era seduto quel coso.”

“Mi descriva il coso” Ci sta prendendo gusto, alla fine conversazioni surreali come questa non succedono tutti i giorni.

“E’ nero, pelliccia ispida, due occhi rossi, zampe di capra, cornine corte in testa.”

Si son proprio messi d’accordo, anche le descrizioni si assomigliano.

“E ora che sta facendo?”

“E’ ancora seduto lì. Mi ha detto che l’ho evocato, che devo farlo uscire rompendo il cerchio, solo così potrà offrirmi i suoi servigi”.

“Null’altro?”

“Ha mugugnato qualcosa come che era già la settima chiamata che riceveva e c’erano altri in coda, quindi di sbrigarmi”.

Nel sistema interno di messaggistica istantanea compare un messaggio di Tamara. Ha proprio voglia di raccontare di questa pazza, e apre il messaggio. Per poi trovarsi scritto con stupore quello che meno si sarebbe aspettata.

*Non ci crederai mai! Sono al telefono con un pazzo che dice che il suo aspirapolvere ha evocato un demone!*

D’istinto controlla la chat di gruppo. Stanno arrivando messaggi da altri colleghi che irridono i clienti per il medesimo motivo. Evocazioni. Demoni. Cerchi mistici. Corna e zolfo.

“Rosa, potrebbe attendermi cortesemente in linea? Dovrei fare alcune verifiche. Se cadesse la chiamata, la ricontatterò io.”

“Grazie mille, signorina. Che il signore la benedica!”

Mette in pausa, si alza in piedi dal suo cubicolo e grida a tutto il piano.

“Chi di voi ha un’evocazione di un demone?”

Una dozzina di persone si alzano in piedi e agitano il braccio, io, io! Il responsabile in turno alza lo sguardo e si accorge che qualcosa non va. Si alza e si avvicina da Sammy.

“Ciao Franklin, credo abbiamo un problema di uno scherzo ben congegnato ai nostri danni”.

“In che senso?”

“Stiamo tutti ricevendo chiamate di gente che dice che il nostro roomba ha fatto chissàccosa ed ha evocato una qualche entità soprannaturale. Per me è la seconda, la ho ancora in linea. Anche Tamara ne ha uno, e anche tutti gli altri hanno cose simili”.

“Bella gatta da pelare. Arrivano sempre dagli stessi numeri?”

“I miei sono diversi. Non sono voci registrate comunque, ma persone reali, e con atteggiamenti diversi”.

Franklin si distrae un attimo, sembra che il suo pensiero vada alla tasca. Estrae lo smartphone, ha ricevuto un messaggio e a quest’ora non sono mai buone notizie.

“Forse non sono buontemponi. È mio padre. E anche a lui sembra sia successa la stessa…cosa”.

Sammy lo guarda inebetita. Ma cos’è, uno scherzo di cattivo gusto? Le viene in mente il suo aspirapolvere a casa. Prende anche lei lo smartphone, apre il sistema di videosorveglianza remoto e attiva la videocamera in soggiorno.

Lì, in mezzo al tappeto, seduto a gambe incrociate, c’è qualcosa di umanoide e, nella bassa risoluzione della compressione video, cornuto. Lo mostra a Franklin.

“Anche da me. Eccolo.”

Franklin sbianca, deve sedersi. Istantaneamente prende il caffè sulla scrivania e lo trangugia in due sorsi, probabilmente ustionandosi l’epiglottide.

“Serve urgentemente una riunione. Non può essere un caso. Ommerda.”

Sammy si ricorda di avere Rosa in attesa.

“Pronto Rosa, eccomi, scusi per l’attesa. Tutto a posto?”

“Si, mi sono ricordata di avere da qualche parte un flaconcino di acqua di Lourdes. Secondo lei può aiutare?”

“Guardi, onestamente non ho particolare dimestichezza con la neutralizzazione delle evocazioni, ma penso si potrebbe fare un tentativo”.

“Le chiedo troppo di rimanere in linea con me mentre facciamo la prova?”

“Ma si figuri. La seguirò durante il procedimento. Vada pure”.

Si sentono rumori e fruscii, suoni di apertura porte e passi tentennanti, mentre Rosa aggiorna sugli spostamenti.

“Sto per entrare nel soggiorno, dovrei vederlo a poco”

Una voce alquanto seccata entra nel microfono.

“Non ho mica tutto il giorno, ci sono altre persone in attesa!”

“Signorina, ora ci provo. Sparisci, demonio!”

“Ma che stai facendo? Ah! Ma sono questi i trattamenti ad un onesto lavoratore? Sono tutto bagnato adesso! Minimo mi prendo una polmonite! E non è nemmeno coperto dall’assicurazione! Donna, ma sei ammattita?”

E si susseguono una sequela alquanto fantasiosa e colorita di moccoli e improperi.

“Sembra non abbia funzionato molto, signorina, mi ricorderebbe come si chiama?”

“Sono Sammy. Senta, Rosa, potrebbe mettere gentilmente in vivavoce?”

“Ne è sicura? Non mi sembra un essere amichevole”.

“Ora non lo sono di sicuro, brutta megera, mi hai inzuppato fino al midollo!”

“Si, faccia pure, per favore. Vorrei scambiare due parole con il suo…ospite”

“Ecco, ora può sentirci”

Segue una conversazione surreale, di certo unica nel suo genere per Sammy.

“Salve a lei, sono Sammy del supporto tecnico Roomba. Con chi ho il piacere di parlare?”

“Ma la telefonata è registrata? Vorrei adattare il linguaggio a seconda del mio interlocutore, sa”.

“Certo, tutte le conversazioni con il servizio clienti sono registrate”

“Capisco. Ehm, sono il demone Elderoth terzo, della seconda cerchia degli inferi, terzo scranno al consiglio del girone, per servirla, Sammy. Detto in senso lato, ovviamente, non essendo stato evocato da lei, servo unicamente la signora Rosa”

“Il piacere è mio, messer Ediroth. E mi dica, lei è stato evocato tramite un cerchio magico tracciato dall’aspirapolvere robotizzato?”

“Orbene sì. Da noi adoperiamo degli scarafaggi posseduti che fanno un lavoro eccellente per questo genere di cose, intendo la pulizia. Non per le evocazioni, ecco. E dato che l’artefatto è di proprietà della signora, sono legalmente vincolato a rispettare il patto di evocazione con lei”.

“Grazie della spiegazione. Mi dica, nel caso la signora non volesse avvalersi dei suoi servigi, come potrebbe fare?”

“A parte inondarmi di acqua battericamente impura? Un patto di evocazione, quando iniziato, deve essere portato a termine. Non c’è una modalità per annullarlo, si esprime il desiderio, si pattuisce lo scambio, si paga il dazio e il contratto è concluso.”

“Prima mi ha parlato della distruzione del cerchio”

“Aaaah si ecco, se si rompe il cerchio io sono libero e posso agire più alacremente”

Qualcosa non suona giusto alle orecchie della giovane. Il cliente di prima aveva un demone in giro per casa che gli stava dando fondo alla cantina. Forse senza cacca del cane per evidenziare il cerchio, era stato rotto e l’altro demone era fuggito?

“Ci penseremo, preferiamo che le cose siano fatte a modino. Piuttosto, quali sarebbero i costi per i desideri?”

“Il desiderio, è uno solo; bisogna saper scegliere bene. Dipende dal desiderio; si va a salire a seconda della difficoltà”

“Signorina, ha fatto una faccia inquietante” dice Rosa.

“Lo immagino” le risponde Sammy. “E mi dica, Ediroth, il pagamento è in anima oppure anche altro?”

“L’anima è sopravvalutata, anzi direi inflazionata. Ne abbiamo quante ne vogliamo, ultimamente; il gioco d’azzardo, ma anche quello in borsa, ci genera un introito fisso di anime che ci rende superfluo averne altre tramite l’evocazione. Diciamo che ci stiamo indirizzando verso altri tipi di investimenti che non arriverebbero tramite la semplice dannazione. Le faccio degli esempi: se chiedi la vita eterna, devi provvedere al pagamento con la dedizione all’evangelizzazione della nostra causa presso i mortali. Se smetti, muori. Se chiedi ricchezza, dovrai garantire disponibilità di spazio ad un portale interdimensionale per il nostro accesso, a tue spese. Se chiedi la fama, dovrai portare avanti il manifesto demoniaco con l’introduzione di messaggi subliminali e non all’interno delle tue opere, che siano musicali, scritte, cinematografiche, eccetera. Insomma, come vede ci stiamo attrezzando per espandere i nostri asset.”

“È estremamente interessante. E nel caso si voglia qualcosa di più semplice?”

“Semplice in quale misura?”

“Diciamo ad esempio un caffè”

“In tal caso, mi servirebbe una tazzina e dell’acqua. Ah si, la tazzina poi sarebbe maledetta”

“E cosa comporterebbe questa maledizione?”

“Qualunque bevanda inserita all’interno in futuro diventerebbe the verde”

“Sembra un buon compromesso, Rosa, che ne dice?”

“Guardi signorina, ho giusto qui la tazzina piena d’acqua!”

“Ehi no, aspettate, non era questo il contratto per cui siamo normalmente chiamati!”

“Me lo fa questo caffè? Per favore, signor demone. Le chiedo ancora scusa per la doccia di prima.”

“Va bene, va bene, un contratto è vincolante. Mi passi qui. Shakram avirem zeniuba mistri! Ecco il suo caffè.”

“Grazie. Posso berlo?”

“È già alla temperatura perfetta, il servizio è attento sino agli ultimi dettagli”.

Si sente Rosa sorbire dalla tazzina.

“Buon Dio, ma è il caffè migliore che io abbia mai bevuto!”

“No, glie l’assicuro, la divinità non ha parte in questo scambio, è totalmente opera demoniaca sopraffina. Appena mi dice che il contratto è concluso, posso andare.”

“Confermo, signor demone. Il caffè è squisito, può andare”.

Sammy sente un lieve crepitio dall’altra parte, poi Rosa dice:

“E’ scomparso in uno sbuffo di fumo rosso! Fantastico signorina, è riuscita a salvarmi!”

“Si figuri Rosa, è stato un piacere. Nel frattempo che analizziamo cosa è successo realmente, le consiglio di spegnere il suo roomba; la informerò non appena avremo aggiornamenti, d’accordo?”

“Lei è un angelo. Attenderò grazie mille!”

Nel frattempo ha condiviso nella chat di gruppo l’andamento del suo caso; la risoluzione trovata viene accolta da altri colleghi, mentre altre soluzioni fantasiose ma efficaci cominciano a venire a galla. Un collega appassionato di occultismo ha sperimentato con successo l’introduzione di un oggetto benedetto all’interno del cerchio; un’altra collega che fa parte della wicca ha elaborato al volo la ricetta per una benedizione-controevocazione. Tutti metodi ugualmente funzionanti, anche se la tazzina di caffè per semplicità di esecuzione diventa subito quello preferenziale.

Da alcuni colleghi arriva la conferma di non rompere il cerchio, anche se non visibile se non controluce nella polvere, per non liberare l’evocazione; che ad ogni modo può essere gestita tramite il metodo della tazzina.

Le indagini per la causa scatenante sono intanto giunte a buon punto: sembra che un aggiornamento inviato nella notte abbia sovrascritto parte del codice dei robot, inserendo le istruzioni per tracciare un cerchio di evocazione. Il tutto perché uno dei programmatori, forse per terminare una subroutine monca, aveva ben pensato di prendere uno snippet da github che sembrava proprio fatto al caso suo, senza controllarne adeguatamente le dipendenze (proveniva infatti da un progetto freeware per la creazione di assistenti di laboratorio robotici per occultisti, ma questa è un’altra storia); l’aggiornamento era stato inviato appena al dieci percento dei dispositivi online durante la notte, ma tutti avevano cominciato se con sufficiente spazio a disposizione a tracciare i simboli cabalistici in soggiorni, soffitte, cantine, generando un ingorgo di chiamate per evocazioni anche agli inferi, non abituati ad una simile quantità di richieste simultanee.

Mentre Sammy e i colleghi neutralizzavano i demoni a suon di tazzè di caffè fumante, gli sviluppatori mettevano una pezza a quanto avvenuto; non era sufficiente cancellare il codice colpevole, ma pensando a tutti coloro che si sarebbero accorti dopo giorni di quel demone abbastanza seccato in soffitta, con l’aiuto di esper e seri professionisti del settore avevano mandato un contro-aggiornamento che cancellava anche l’evocazione e rispediva al mittente il demone, senza caffè in questo caso.

Sammy richiamò Rosa per avvisarla del passato pericolo.

“…e così può adesso lasciare il suo roomba attivo, si aggiornerà e non avrà nuove evocazioni. Per il resto, tutto bene?”

“Oh si, ho pulito la cacca e adesso ho una produzione di the verde praticamente eterna!”

Spread the love