25 anni fa il sequestro della nave
Il 7 ottobre 1985 ad opera di un commando di terroristi palestinesi.

Quando scatta il sequestro, il 7 ottobre 1985, la nave si trova al largo delle coste egiziane. La maggior parte dei passeggeri e’ a terra per un’escursione, ed a bordo ci sono circa 450 persone, fra passeggeri e membri dell’equipaggio. Fra quanti sono rimasti a bordo ci sono i quattro terroristi, che attorno alle 13 prendono con le armi il controllo della nave; al processo dichiareranno che la loro intenzione era, in realta’, di compiere un attentato nel porto israeliano di Ashdod, tappa successiva del viaggio, ma di essere stati scoperti e di essere passati all’azione in anticipo.

Ma con la fine del sequestro arrivava la conferma che l’azione dei terroristi non era stata senza vittime: Leon Klinghoffer, ebreo, cittadino americano, costretto su una sedia a rotelle, era stato ucciso e gettato in mare l’8 ottobre. E gli Stati Uniti decidono di reagire. Gli accordi presi per la liberazione degli ostaggi prevedono che i quattro responsabili del sequestro siano portati in un paese arabo di loro scelta. Nella notta fra il 10 e l’11 ottobre, un aereo egiziano decolla per portarli a Tunisi; con loro ci sono anche i mediatori dell’Olp, compreso Abu Abbas. Ma a questo punto scatta l’azione degli Stati Uniti: l’aereo egiziano viene intercettato dall’aviazione degli Stati Uniti e costretto ad atterrare nella base Nato di Sigonella, dopo che il presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, ha ottenuto da Craxi l’autorizzazione all’atterraggio.
Ma una volta che l’aereo si trova in territorio italiano, il governo di Roma rivendica la gestione della situazione, e non permette alle forze degli Stati Uniti di prendere in consegna i terroristi ed i mediatori dell’Olp. L’aereo viene circondato da militari italiani che impediscono agli americani di avvicinarsi. E non si tratta solo di difesa dell’orgoglio nazionale; a bordo dell’aereo, ricordera’ Craxi anni dopo, c’erano anche dieci militari egiziani, guidati da un ufficiale che aveva l’ordine di difendere l’aereo con la forza; se gli americani fossero entrati con la forza, ci sarebbe stata una battaglia in piena regola. Alla fine, i terroristi sono fatti scendere e arrestati dagli italiani. A Reagan, che ne chiede la consegna per farli processare in America, Craxi risponde che sono colpevoli di reati commessi in acque internazionali su una nave italiana, e che quindi la competenza e’ della magistratura italiana. I terroristi vengono portati nel carcere di Siracusa. Negli anni successivi saranno processati e condannati.
Quanto ad Abu Abbas, in quel momento e’ considerato ancora un mediatore, e non il capo che ha ordinato l’azione. Puo’ cosi’ ripartire a bordo dell’aereo egiziano che arriva a Roma, e da qui sara’ libero di raggiungere Belgrado. Solo piu’ tardi verra’ accusato e condannato in contumacia come mandante dell’azione. Rifugiatosi in Iraq, sara’ catturato dagli americani nel 2003, durante l’invasione, e morira’ in prigionia un anno dopo.
(fonte ANSA)