Ultimamente, mi dedico alle passeggiate.
Non che sia una cosa voluta, in raltà: la mia essenza ultrapigra mi suggerirebbe di rincantucciarmi su un divano, con una secchia di pop-corn a fianco ed una latta di frizzante devastatore gastrico come sgorgante. Ma, e dico ma, un lieve fastidio del mio organismo (che taluni malevoli chiamano, non senza tanticchia cattiverìa, “diabete”), son costretto a dilungare i miei trasferimenti a e da l’ufficio con riluttanti imposizioni dei miei piedi uno innanzi all’altro.
All’inizio era legnoso; poi siamo passati al gommoso, e ultimamente s’é tramutato in giubilare scorrimento di burro sotto le piante dei piedi.
Anche perché, camminando, se n’incontra di ogni.
Rimirino, signore e signori, la foto qui pubblicata. Rivedete nelle soavi fattezze del roditore, adesso tramutato in scendiletto per gnomi, il sordido topone della porta accanto che vi attraversa la strada, sorride, saluta e se vi attardate vi estorce anche dieci euro per andare al bar, sotto minaccia di setticemia causa morso.
La bestia, seppur schiattata, da punta del naso a punta della coda fioriva di un’esaltante dimensione di 31 centimetri.
E chi si lamenta delle Nutrie? Noi le abbiamo di natura.
Ovviamente, il fu animaletto puzzava come una discarica, ma credo emanasse piacevole afrore finanche da vivo.