Dopo tanto tempo ho affrontato, goduto e finito quel caposaldo della letteratura che è la trilogia di Philip Pullman “His dark Materials”. Ne sono uscito estasiato, consumato, affranto, stupito; i concetti e le frasi ancora mi danzano nella mente, slegati dalla parola scritta ma come parte di un’immaginario che ho sempre intuito ma che nessuno aveva mai messo nero su bianco.

Chi di voi ha letto la prima trilogia avrà già riconosciuta la panchina sopra riportata.  E credo che, a meno non siate dei pezzi di ghiaccio ostili ai sentimenti, la tristezza e l’ineluttabilità del destino vi abbia colpito con la violenza di un treno quanto ha fatto con me. Avremmo voluto tutti un lieto fine per i nostri ragazzi.

Ma non è detto che, adesso che Lyra ha imparato nuovamente a leggere l’aletiometro, non possa trovare il modo per averlo (questo lo vedete solo nelle Lanterne che ci sono al termine della raccolta unica inglese).

Non mi soffermerò a fare la critica letteraria, ci sono molti più quotati di me che hanno già analizzato in lungo e in largo qualunque significante e significato dei libri di Pullman; mi sento in dovere di dire che ho goduto davvero questi tre libri. Forse il più debole è il secondo, manca l’effetto Empire Strikes Back. Il terzo lo raddoppia in dimensioni, concetti e trame. E travolge.

Io vorrei un panserbjørn tutto per me.

Fatevi un favore: trovate e leggete questi libri. Non so del film, sembra che sia molto bello, e che non abbiano completato la trilogia per la crisi del 2008. Forse lo cercherò. Ma una cosa è certa: Pullman ha creato un mondo, anzi dei mondi, magnifici.

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La trilogia su Amazon
Il sito dell’autore
Il sito dei Fan (wiki)

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