Aquila Tonante levò lo sguardo al cielo. L’eco di un urlo ancora riverberava tra le valli, pallido ricordo del più forte gemito di dolore che aveva lacerato i timpani agli abitanti del villaggio pochi attimi prima.
-Adesso cosa c’é- chiese con accento iràto.
-E’ stato il mio bimbo- disse, dal tepee a fianco, con voce imbarazzata, Alce Furba- stava facendo esercizi, ed ha ecceduto un po’ con la temperatura…
Sempre così, con i bambini, penso’ il vecchio. Vogliono fare come i babbi, e per lo sforzo…il piccolo era il figlio di uno dei più celebri “ascoltatori di rotaie” della storia dei Mohawk, tale Padiglione Piallato.
In un posto dove le novità sono due scoiattoli nuovi in un tronco, la posa della ferrovia da parte dei visi pallidi fu subito un avvenimento di quelli che segnano la fine di un’era e l’inizio di chissà cosa, ma pur sempre un inizio. Fu così che il serpente di ferro passo’ nella valle, tra cespugli rotolanti, bisonti asmatici e serpenti disidratati, sollevando polvere e chiacchiere in egual misura; partire, partirlo, sfruttarlo, depredarlo. L’ultima opzione suscitò acclamazione generale, e così si decise per il depredamento selvaggio e incondizionato del treno di passaggio.
Ma non tutto era facile come sembrava. La prima volta, i guerrieri attesero invano il passaggio del convoglio; un carrello a mano timidamente fece capolino da dietro il monte, con solo un pinguino come pilota/locomotore e un mentecatto rimpinzato a merendine che lo seguiva.
La seconda, durante un pemmican-party nella capanna centrale, il fischio della motrice si sentì che ormai era troppo tardi, e poterono raccogliere appena qualche torsolo di mela.
Per la terza decisero di non giungere impreparati, ed inviarono il giovane Occhio Sveglio al villaggio dei Visi pallidi a prendere acqua di fuoco e notizie; lo scellerato le chiese all’ufficio informazioni della stazione, specificando che dovevano calcolare gli orari per un assalto al treno. Per tutta risposta lo spararono a sale e il villaggio fu costretto a spostarsi qualche chilometro in mezzo ai boschi per non farsi trovare da qualche decina di malavitosi bifolchi razzisti senza senso dell’umorismo che, armati di buone intenzioni e bibbie foderate in bronzo e forconi e winchester, cercavano i parenti più prossimi del giovane per spiegargli il loro punto di vista.
In quei giorni alcuni giovani geurrieri si intrattenevano a fondo valle, in gare di abilità, intelligenza e celopiùlunghismo.
Un pagalamossa mal riuscito fece perdere l’equilibrio all’allor giòvine Orecchio Pizzuto
che, rovinando a terra, cadde disteso sulle rotaie. La giornata calda ed il ferro crudo si sommarono, producendo quanto di più caldo possa esistere dopo il the di Zia May, e l’orecchio pizzuto di Orecchio Pizzuto si appoggiò sulla traversina con sinistro sfrigolìo. I coyotes pensarono di aver trovato il fratello da lungo disperso, ma era solo il lamento del povero ragazzo lì steso. Ma non fu soltanto lo sfrigolìo nell’orecchio quello che sentì: lontano, una vita più in là, qualcosa si stava muovendo, grosso, leviatanico ed inarrestabile…e mentre scherzosamente veniva chiamato “PadiglionePiallato” dagli amici, causa mancanza del padiglione auricolare esterno, il convoglio arrivo’ sferragliando, passo’ lasciando guanti, cappellini e torsoli di mela e lasciando anche un ragazzo che aveva una idea valida su come organizzare il proprio futuro.
Tante gioie porto’ questo suo dono al villaggio, ora capace di scoprire prima il passaggio del treno; meno gioie al suo orecchio, che consumandosi pian piano, gli meritò l’aggiornamento a “Padiglione Assente”; e il piccolo figlio di Padiglione, illuminato dalla capacità del padre, decise di esercitarsi, pur dovendo restare a casa.
-… e così, per fare esercizio, ha preso il mio ferro da stiro e lo ha appoggiato all’orecchio. Dice che vuole fare come il padre…
-Direi che da oggi si chiamerà Orecchio Stirato-, suggerì Alce Tonante. La donna annuì e tornò dentro riconoscente la tenda. -Oggi tutti mi tocca fare… se non fosse per me, cosa diventerebbero qui!

Dall’apertura della tenda filtrava buon profumo di lombata arrosto.

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